Riporto qui uno dei tantissimi interventi sulla tragedia dell’11 settembre che contesta di fatto tutte le conclusioni (convergenti) degli studi tecnici ed ingegneristici sull’argomento:

Eccola qui.

La analizzo nel dettaglio, in grassetto sono le parole del Giovannelli, in corsivo, sotto, i miei commenti per farvi capire di cosa stiamo parlando…

Il Ponte di Tacoma.

L’introduzione che parla del famoso crollo del ponte è completamente inutile nell’analisi del crollo delle Torri (dobbiamo proprio perdere tempo a spiegare perchè ? Perchè è un ponte non un grattacielo ?…) quindi non si capisce cosa c’entri, ma andiamo avanti.

Vediamo ora che cosa è cambiato nell’ingegneria dei grattacieli dopo il crollo, ufficialmente per incendio, di ben tre edifici con struttura in acciaio.

Cominciamo male….ne sono crollati 7 (SETTE) di edifici al World Trade Center. Un lapsus o mancanza di informazioni ?

Di questi tre, due erano colossi alti più di 400 metri, costruiti in acciaio con un coefficiente di sicurezza pari a 5÷6,  imbottiti di amianto per resistere ad eventuali incendi.

1 – non esiste il coefficiente di sicurezza di cui parla, in ingegneria, casomai determinati coefficienti possono essere applicati ai singoli materiali, non alle strutture. Oltretutto esistono molti tipi di acciaio strutturale, non UN acciaio.
2 – il fireproofing viene realizzato con decine di materiali diversi. I materiali che costituiscono il fireproofing sono composti a loro volta da più elementi. Nello specifico, nella Torre Nord e fino al 38° piano (su 110 piani) era presente un composto in cui l’amianto era il 20%. Nella Sud invece non erano presenti composti di amianto. Facendo un calcolo grezzo: 38 piani su 220 (110 + 110) sono il 17 % circa. Indi per cui, dire che erano “imbottiti di amianto” è: falso e anche inutile, perchè non c’entra assolutamente nulla con l’argomento in questione: il crollo delle torri.

Quando vennero costruiti l’amianto non era ancora entrato nella lista nera dei materiali dannosi per la salute e proprio l’abbondanza di amianto pare abbia indotto il Comune di New York a meditare su una possibile demolizione delle due Torri già ben prima dell’11 settembre 2001.

E vabbè però informati prima di parlare ! La costruzione delle Torri iniziò nel 1968 e terminò nel 1973. Durante questo cantiere si decise di variare il materiale del fireproofing proprio per passare ad uno privo di amianto. Chiaro Giovannè ? Cominciano con misture contenenti amianto, poi cambiano e vanno avanti con altro. Di abbattere le Torri non ne avevano proprio la minima intenzione, figuriamoci.

Le conseguenze di quei crolli, sull’attuale ingegneria dei grattacieli, inspiegabilmente furono di fatto nulle.

Questa è proprio una ca…una vera cazza….la ricordate la canzoncina del Trio Medusa ? Ecco, si applica a questa affermazione in maniera perfetta ! Per la costruzione della Freedom Tower, che sorge oggi al posto delle Torri, sono state applicate precauzioni speciali proprio per quello che è successo (base blindata e rinforzi specifici anti-aerei); e proprio dalle conclusioni del NIST sono state tratte le indicazioni per la modifica delle specifiche di costruzione in seguito all’11 settembre.
Nota personale: per caso Giovannelli suggerisce di applicare sistemi anti aerei robotizzati su tutti i grattacieli del mondo, o magari mettiamo uomini armati di rpg sui tetti dei palazzi per abbattere eventuali aerei sospetti ?

Henry Petrosky, professore alla Duke University, agli inizi del 2002, sulla rivista Welding Innovation, aveva scritto: «con il crollo delle torri del World Trade Center il destino dei futuri progetti di grattacieli è stato messo in discussione».

Il documento in questione (questo qui) non rema di certo a favore delle strampalate tesi complottistiche. Come potete leggere, è un’analisi sulle possibilità della moderna ingegneria civile di migliorare i sistemi di sicurezza (parla per esempio di migliorare l’efficacia dei sistemi antincendio), e non nega affatto le dinamiche dei crolli (e ci mancherebbe altro), quindi questa unica frase, estrapolata dal contesto, non significa niente (a parte che chi la riporta evidentemente vorrebbe portare “dalla sua parte” un testo che dalla sua parte non ci sta proprio per niente.

Ma Petrosky in quel momento non era al corrente delle segrete cose.

Questa la riporto solo perché è fantastica ! Le “segrete cose” le sa Giovannelli invece.

Ci sono stati convegni sull’argomento, studi approfonditi, ma alla fine ci si è limitati a ribadire l’ovvio: in futuro porre maggiore attenzione al pericolo degli incendi nei grattacieli e nelle strutture in ferro in generale.

A parte che questi studi approfonditi dicono tutti che sono crollate per i motivi che hanno esposto tutti i tecnici del settore, ma il punto esclamativo arriva alla fine: strutture in FERRO ! Adesso siamo arrivati a confondere l’acciaio strutturale con il ferro…sempre meglio…

Ma gli edifici del WTC non sono solo caduti, si sono sgretolati e sono scomparsi in circa 10-15 secondi, una cosa fisicamente incredibile per strutture in acciaio di quella mole.

Il tempo di caduta è stato misurato tramite sismografi, e si attesta attorno ai 16 secondi. Significa che il fronte di caduta, dal momento del collasso, ci ha messo circa 16 secondi a toccare terra. Chiaro ? il fronte di caduta, cioè i primi detriti che sono caduti a terra; non è che in 16 secondi la struttura era completamente a terra. Per il resto, il termine “scomparso” non merita parole, solo immagini:

wtc044

Spariti ? Notare la dimensione della gru rispetto alle guglie.

wtc1

Spariti ????

WTC-Wreckage-exterior_shell_of_south_tower

SPARITI ????? Ti è sparito il cervello a Giovannè !

Andiamo avanti.

Se fosse stata accettata realmente la versione del crollo per collasso termico si sarebbe dovuto provvedere a mettere in sicurezza tutti i grattacieli esistenti e a riprogettare quelli in costruzione.

Levateje er vino ! Ha la minima idea della follia di un’operazione del genere ? Tutti i grattacieli esistenti ? Vabbè dai, magari qui si è lasciato troppo trasportare, perdoniamolo.

Ma come? Dei grattacieli progettati per resistere a determinate situazioni crollano come castelli di carte non appena quelle situazioni si presentano, e nessuno studia approfonditamente la questione per capire dove i calcoli e i progetti erano sbagliati?

Nè le Torri Gemelle nè nessun edificio mai costruito al mondo sono stati progettati immaginando l’impatto ad alta velocità (circa 800 km/h) di un boeing di 200 tonnellate che causa incendi per decine di piani. Se Giovannelli avesse letto il rapporto FEMA (vuoi dire che scrive sull’11 settembre e non ha letto il FEMA ???) avrebbe visto che il progetto prevedeva la possibilità di un impatto di un aereo che per vari motivi avesse potuto schiantarsi a bassa velocità (320 km/h). Questa è un’intervista di chi ha progettato le Torri e questo un rapido estratto che fa al caso:

“We designed the towers to resist the accidental impact of a Boeing 707, perhaps lost in the fog while seeking to land. The impact of the Boeing 767s, commandeered by the terrorists, even though larger and flying much faster, was still unable to bring down the towers. The fire-resistive systems, however, did not and could not have contemplated the subsequent fire fueled by thousands of gallons of jet fuel.”

Chiarito anche questo punto. Giovannelli almeno una azzeccala però !

Per svolgere riflessioni che siano in linea di principio accettabili da tutti, partiamo dalle analisi svolte dal NIST (ente pubblico statunitense per la normazione e la tecnologia), dalle sue omissioni e, per il pubblico italiano, dalle notizie che ha elargito sull’argomento il sito internet di Attivissimo (già ampiamente recensito e sbugiardato qui, qui e qui).

Non c’è bisogno che mi metta a difendere Attivissimo, solo riporto un concetto che proprio in questa discussione il famoso “debunker” ha ribadito e che sposo in pieno: caro Giovannelli, qui non si tratta di smentire me, Attivissimo, o chiunque scriva sull’argomento. Qui si tratta di smentire gli ingegneri e i tecnici di settore che hanno studiato questo caso nei minimi particolari e che sono arrivati tutti alle stesse conclusioni. Si tratta di smentire il NIST, o il MIT (Massachussets Institute of Technology), i Vigili del Fuoco italiani, la FEMA, l’ASCE, chi più ne ha più ne metta, e aggiungo anche ogni documento di lavoro professionale su cui io (che lavoro in una società di ingegneria) possa mettere mano ? Lo capisci questo ?

Poi parte il capitolo “tecnico” sui crolli, che dura non più di tre o quattro pagine in cui Giovannelli fa analisi strutturali di complessità incredibile semplicemente guardando le foto.
Questa è invece l’ultima revisione dell’analisi del NIST, precisando che ne esistono revisioni precedenti (la cosa è perfettamente normale nel MONDO DELL’INGEGNERIA: si fa un progetto e poi si completa e si migliora per fasi). Si noti che il sommario del rapporto NIST è lungo praticamente quanto l’esposizione del Giovannelli.
Ora mi sembra inutile stare qui a chiacchierare di chi stia dicendo cazzate e chi invece cose serie, perchè Giovannelli dice una cosa, il mondo dell’ingegneria ne dice un’altra e personalmente, facendo parte del secondo gruppo per semplici ragioni professionali, non posso che rimanere perplesso dal cumulo di idiozie che Giovannelli in questo documento ci propina, capendo bene che per chi non ha competenze in materia esse possano risultare PERFINO RAGIONEVOLI. Solo che non lo sono, lo sa chiunque abbia mai messo piede in una società di ingegneria…non serve essere un luminare, basta avere competenze professionali.
Vorrei solo precisare che le società che hanno scritto rapporti seri sull’argomento (NIST e ASCE) sono punti di riferimento per l’ingegneria mondiale, basti pensare che la stessa ASCE (American Society of Civil Engineers) fornisce standard di progettazione che vengono utilizzate in mezzo mondo nella progettazione di edifici ed impianti. Noi, che lavoriamo nell’ingegneria, utilizziamo gli standard ASCE nei progetti su cui lavoriamo. Il NIST poi, che Giovannelli liquida come se stesse parlando dei testimoni di Geova, è un’agenzia prestigiosa nel campo della tecnologia (e non solo nell’ingegneria strutturale), che non si capisce per quale motivo, secondo il nostro Giovannelli, dovrebbe scrivere cazzate che sarebbero presto smascherate dal mondo ingegneristico (che pensi che noi progettisti pisciamo dal ginocchio ?), peraltro con il fine di coprire un presunto complotto che un Giovannelli qualunque può scoprire solo GUARDANDO UN PAIO DI FOTO !

Per chi desidera conoscere i segreti costruttivi dei grattacieli in acciaio si tratta di una lettura molto interessante, consigliata ai giovani ingegneri civili desiderosi di conoscere tecniche in Italia poco note

Poco note a te evidentemente, visto che nelle tue quattro righe sostieni che tutto il lavoro e le conclusioni del NIST siano completamente sbagliate ! A proposito perchè non vieni a fare un colloquio nella società in cui lavoro, ti faccio conoscere il capo della sezione civile….certo, evita magari di dire cose tipo ” Le domande che dobbiamo porci, dopo aver visto la parte superiore della Torre Sud fortemente inclinata, sono: che cosa ha impedito a quel blocco, pari a 25 piani, di scivolare verso terra rotolando e staccandosi dalla restante parte” perchè verresti immediatamente spedito fuori a calci in culo !

Questa ipotesi (“pancake”) è stata poi rifiutata dal NIST, che ha preferito adottare l’ipotesi del crollo per implosione, un meccanismo per il quale è difficile calcolare il tempo necessario per completare il crollo.

Ok ho capito, il rapporto del NIST lo hai letto sul cesso sfogliandolo per cinque minuti prima di tornare ad avvistare gli UFO, ormai è chiaro ! CROLLO PER IMPLOSIONE ??? il NIST ??? No sul serio qualcuno mi faccia vedere dove sarebbe che al NIST hanno cominciato a girare psylocibe cubane (noto fungo allucinogeno). Mi chiedo caro Giovannelli  perchè non ti denunciano per eccessiva emissione di cazzate !

Sarà n il numero dei piani più alti che iniziano a cadere in un sol blocco.
La massa totale del blocco dei piani superiori sarà: n•M. la distanza tra un piano e l’altro è uguale a d.
Il blocco di n piani cade, come nel caso della Torre Sud, da un’altezza di 8•d, essendo 8  il numero di piani che cedono, supponiamo improvvisamente, a causa dei danni determinati dall’aereo e dall’incendio.
Quando la massa dei 25 piani più alti (supponiamo che le travi ed i solai degli 8 piani bruciati siano stati espulsi) arriva a colpire la massa del primo piano che non ha bruciato (il 77mo ), possiamo ragionevolmente supporre che si verifichi un urto anelastico.
Supponiamo che ogni piano sia sostenuto dalla struttura che però non avrebbe offerto alcuna resistenza al trascinamento verso il basso quando arriva il crollo della parte superiore.
Tutte le ipotesi fatte sono per ottenere la massima velocità di caduta, conservando un minimo di verosimiglianza.
La massa del 77mo piano viene inglobata nella massa dei 25 piani che stanno cadendo, provocando un piccolo rallentamento perché si tratta dell’urto tra un corpo in movimento ed uno 25 volte più piccolo ma fermo.
La massa che crolla aumenta ad ogni piano e l’urto si ripete per 77 volte.
Alla fine la caduta viene un po’ rallentata, anche se si considera nulla la resistenza della struttura.
Mentre in caduta libera il blocco dei 25 piani impiegherebbe 8,07 secondi, con il rallentamento inerziale delle masse dei piani inferiori si avrebbe un tempo di caduta dell’ordine dei 15 secondi, tenendo conto del fatto che la struttura diventa più pesante scendendo d’altezza poiché deve sostenere un carico statico maggiore.

Qui è anche difficile rispondere, tanto è idiota questo ragionamento. Giovannelli tratta un argomento tanto complesso come se stesse facendo un esame di dinamica. Oh conosce pure la prima legge della dinamica ! Altro che Charles Clifton (cercare su google guardacaso le sue credenziali sono il primo risultato della ricerca) che invece, essendo un professionista VERO del settore, ha analizzato la questione seriamente ed è giunto a conclusioni analoghe (ma che sorpresa) a quelle del NIST !  Giovannelli ancora utilizza le foto per fare calcoli al centesimo, quando tutti i tempi di caduta sono stati rilevati dai sismografi. E’ come fare il fotofinish di una gara di 100 metri piani A OCCHIO. Follia pure, e in questo caso non giustifico neanche quelli che, pur non avendo competenze in materia, possono credere che analisi di questo tipo si possano fare guardando le foto. Bah…

Qualche osservazione sui documenti ufficiali

Titolo paragrafo errato: di nuovo non esiste nessuna versione “ufficiale”. Aggiungo per chi questa cosa proprio non la vuole capire: nel mondo scientifico in generale, non funziona che uno dice una cosa e quella diventa la versione “ufficiale”. Funziona che uno fa una ricerca e tramite fatti e prove documentali produce una conclusione; il tutto viene reso pubblico e quindi diventa “preda” della comunità scientifica internazionale che può valutare per intero tale ricerca e poi esprimere ogni dubbio o critica circa ciò che ha letto. Anche per gli attentati dell’11 settembre è andata così. Niente versione ufficiale, solo tanta carne al fuoco, alcune cose serie e tantissime cazzate dette a sproposito. Sfido tutti quelli che credono a questi personaggi a dimostrarmi che hanno letto e compreso i lunghi e dettagliati rapporti di FEMA, NIST e tutti gli altri.

Agli effetti della comprensione di che cosa è realmente accaduto nelle Torri dopo l’impatto con gli aerei, si trova solo un’accurata simulazione numerica dell’impatto

e ancora

Non viene detto perché poi i pilastri dei piani interessati dall’impatto avrebbero ceduto tutti insieme allo stesso modo provocando una traslazione verticale per la Torre Nord

questo: 60 megabytes;

questo: 34 mega;

questo: 34 mega;

questo: 38 mega;

per non parlare delle analisi meccaniche e metallurgiche degli acciai strutturali, e un capitolo dedicato alle analisi visive (più di 100 mb, altro che due paginette) che è ben altro che questa fantasiosa descrizione giovannelliana.

potremmo andare avanti perchè ne ho presi solo alcuni a caso, ma già con questi si capisce che Giovannelli il rapporto NIST al massimo lo ha sfogliato come si fa con Novella 2000 nella sala d’aspetto del dentista, rispondendo alla mia domanda (chi ha letto i documenti ?) precedente.

Poiché nel nucleo centrale erano contenute anche le scale, che in parte sono rimaste agibili durante l’incendio, si può nutrire qualche dubbio sulla veridicità dei risultati delle simulazioni

Ah quindi quelli che sono morti perché non potevano attraversare le scale in fiamme facevano parte del complotto ?

Professor Raffaele Giovanelli.
Ingegnere civile, professore universitario fuori ruolo di fisica, Università di Parma, facoltà di Medicina

Ecco infine la firma. A dire il vero subito dopo l’ultima parola c’è un link con scritto “fonte”…solo che il browser dice “page not found”. Chrome è chiaramente parte del complotto.
A parte che farei notare a chi da retta a questo tizio che un professore di fisica (anche se fosse) non ha assolutamente le competenze per parlare di ingegneria strutturale; se non ci credete guardate come è strutturato il corso di laurea in fisica: ci sono materie anche molto più complesse di questa, ma di certo che con l’argomento qui discusso non c’entrano assolutemente nulla.

Ovvio che sono andato a cercare su internet chi sia questo Giovannelli !
Risultati…allora…una pagina linkedin in cui, come potete vedere voi stessi, ci sono tre righe tre di cui il massimo di definizione è : “professore universitario in pensione”, ma andiamo avanti.

Poi c’è la sua pagina sul sito effedieffe.com. Come potete vedere, ALTRO CHE INGEGNERIA; si tratta di un sito che alla pagina “chi siamo” spiega questo. Leggetelo voi, vi prego. Oltre a questo articolo sull’11 settembre Giovannelli ha recentemete pubblicato (sempre su effedieffe):

– cos’è accaduto nell’arte nel secondo dopoguerra;

-conseguenze del concilio vaticano II;

-influenza della CIA nello sviluppo dell’arte occidentale.

Strano, io ne conosco parecchi di ingegneri…di solito di arte non capiscono un cazzo e giustamente si limitano a parlare dell’argomento che è la loro professione: l’INGEGNERIA !
Serve altro per decidere se è più affidabile il NIST o Giovannelli ? No ? Bene…

…solo che su internet di questo professore emerito non è che ci sia molto altro, a parte “la stagione conviviale“, che non so se sia dello stesso Raffaele Giovannelli in questione.

Mi fermo qui, anche perchè non è mia intenzione offendere nessuno: il concetto è che mi sembra che il nostro Giovannelli non sia una persona con le dovute competenze per mettersi ad insegnare ingegneria strutturale al NIST o a chiunque altro del mestiere. A proposito, provate a digitare NIST su google, vediamo se le risposte sono un pò più pertinenti all’argomento di quelle che vengono fuori se cercate Raffaele Giovannelli…